lunedì 12 luglio 2010

NOI E LA TEMPESTA SOTTO LE STELLE



Pomeriggio e serata indimenticabili.
Ferrara non l'avevo mai vista, ma vederla così è stato meraviglioso. Ho avuto due guide d'eccezione che mi hanno raccontato Ferrara dal loro punto nostalgico di vista. Ho visto così una Ferrara tardo-adolescente e romantica.

D'altronde le premesse erano ottime, appena arrivati in centro e abbassati i finestrini ci ha accolto il suono del sound check del Teatro, e la voce ormai familiare di Capovilla.

Dopo un giro di perlustrazione per il centro, un gelatino e l'acquisto di una birretta a testa per la sopravvivenza in coda, siamo entrati in Piazza castello, evidentemente non tra i primi mille fortunati, dato che purtroppo il cd in omaggio non ce lo siamo guadagnati. Poco male, troveremo il modo di scaricarcelo.
Esattamente come abbiamo trovato il modo di portarci a casa la locandina, prima chiedendola gentilmente e dopo facendo come fan tutti.

"Il Pan del diavolo" sono stati una grande scoperta, due palermitani che hanno qualcosa da dire e lo dicono in quel loro modo con quel loro accento, due chitarre e una gran cassa pestata in tutti i sensi, con sonagli incorporati. Parole urlate, ma musica dall'accento un po' folk. Estiva e suggestiva. Ciuffi e camicie anni '70.

I Sick Tamburo li abbiamo ascoltati facendo altro, tra una birretta, un panino e delle foto con dei passanti ai più sconosciuti, ma non a noi! A me piacciono, per un po' ho ascoltato il loro cd quindi ho riconosciuto e canticchiato alcune canzoni, l'unica cosa che non mi esalta sono quelle loro tutine e maschere. Evitabili.

Simone si è preso anche delle parole colorite da un vecchietto con le guance scavate, salvo poi scoprire di aver ricevuto solo una preziosa anteprima del gergo usato sul palco. Un Giorgio Canali che ce l'ha con il mondo, che dedica "Savonarola" a "questa città di merda", che mi strappa un forte applauso quando bestemmia sul palco e io mi sento a casa, che mi fa venire la pelle d'oca cantando a squarciagola "Precipito".

A questo punto la stanchezza si iniziava a far sentire, ma non potevamo non ballare, saltare, e cantare con i Tre Allegri che con le loro canzoni riviste in chiave reggae hanno davvero dato il meglio. Con il mondo prima ci hanno anche strappato una simpatica performance che se ci avessero visto dal palco, ci avrebbero fatto salire senza pensarci un attimo.

Vasco Brondi sale sul palco con la maschera dei TreAllegri e la sua inconfondibile chitarra, peccato abbia deciso di darsi alle cover, e fare solo tre canzoni sue. Quelle le ho apprezzate, De Andrè invece l'avrei lasciato tranquillo dove sta.

Il Teatro non mi delude mai. Anche se ormai l'ora era tarda e i piedi e le ginocchia chiedevano pietà mi sono divertita come sempre, forse anche un po' di più. Ormai le loro canzoni sono incise nella mia testolina, Pierpaolo era logorroico come la prima volta al Giordani e ha detto delle cose davvero simpatiche, inciampandosi sulle parole. Come da copione. Peccato sta volta non abbiano fatto "Direzioni diverse", ci sarebbe stata tutta.

Tutto questo ha ricevuto una ottima coronazione: abbondanti cappellacci al ragù.

Ferrara mi piace. La tempesta mi piace. Il turismo enogastronomico mi piace.
E mi piace anche avere degli ottimi fotografi che immortalano la musica che ascolto.



www.flickr.com/photos/dani_photographer/

Nessun commento: