venerdì 31 luglio 2009

Penso che i resti dei vostri figli alcolizzati smembrati sull'asfalto verranno mangiati dai cani che avete abbandonato all'andata. penso che state invecchiando tutti, e vi state allargando, gonfiando, ingiallendo e mi fate schifo. penso che eravamo bambini insieme e già vi compativo e ora ho la riprova che non mi sbagliavo: erano anni che non vi vedevo, e siete ancora peggio di come mi aspettavo, vi siete sposati tra di voi, avete fatto le vostre brave foto alle feste comandate, avete i cuoricini di san valentino attaccati alle chiavi dei vostri bilocali a cento metri da dove siete partiti, siete sorridenti, siete già vecchi a vent'anni, siete morti, siete carne da palinsesto. penso che sto ridendo solo per farvi piacere e vi rassicuro con le parole semplici che potete capire senza perdere l'equilibrio.


penso a lui. alla fine penso sempre e solo a lui.
pensavate che mi stessi vendendo, in realtà ero io che compravo.

per sopravvivermi mi attacco con le unghie a piccole cose di una bellezza sconcertante. la foto di mia nonna da ragazza, un biglietto di mio papà fidanzato alla mamma, la ciocca di capelli del mio fratello morto e il mio cane che sogna, qui sotto di me.


Mi dispiace, ma questo pezzo non potevo non appuntarmelo, non potevo lasciarlo correre. E' tremendamente esatto.
Esatto.

Candy, Paolo Nutini

I was perched outside in the pouring rain
Trying to make myself a sail
Then I’ll float to you my darlin’
With the evening on my tail
Although not the most honest means of travel
It gets me there nonetheless
I’m a heartless man at worst, babe
And a helpless one at best

Darling I’ll bathe your skin
I’ll even wash your clothes
Just give me some candy, before I go
Oh, darling I’ll kiss your eyes
And lay you down on your rug
Just give me some candy
After my hug

Oh I’m often false explaining
But to her it plays out all the same
and although I’m left defeated
It get’s held against my name
I know you got plenty to offer baby
But I guess I’ve taken quite enough
Well I’m some stain there on your bedsheet
You’re my diamond in the rough

Darling I’ll bathe your skin
I’ll even wash your clothes
Just give me some candy
before I go
Oh, darling I’ll kiss your eyes
And lay you down on your rug
Just give me some candy
After my hug

I know that there´re writings on the wall
But Darling I’ll bathe your skin
I’ll even wash your clothes
Just give me some candy
After my heart

Oh I’ll be there waiting for you.


Di questi tempi, ogni mattina accendo la tv mentre faccio colazione e puntualmente, ogni volta, c'è Paolo Nutini che con il suo cappellino di paglia e la sua camicia aperta sopra la maglietta canta questa meraviglia.
Ogni volta un ottimo risveglio.

martedì 28 luglio 2009

Atarassia.

ATARASSIA.
ATARASSIA (apparentemente) IMMOTIVATA.

A volte è scomodo aver fatto il liceo classico.

Sai identificare e dare il nome alle cose più scomode.

lunedì 27 luglio 2009

Più di ieri, meno di domani.

Cercate bene le parole, dovete sceglierle, a volte ci vogliono 8 mesi per trovare una parola. Sceglietele. Che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere.
Innamoratevi.
Sperperate l’allegria.
Fatevi obbedire dalle parole.
Innamoratevi.
E non cercate la novità, la novità è la cosa più vecchia che ci sia.
Dilapidate la gioia.


La Tigre e la Neve.

sabato 18 luglio 2009

Semplicemente è lontana.

Non è quello, mi ha detto.
Mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nato. Allora, li, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare.
Quando aspetti o ricordi, mi ha detto, non sei né triste né felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando, o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana. Io sto aspettando, mi ha detto. Sto aspettando di fare ciò per cui sono nato.


Alessandro Baricco

giovedì 9 luglio 2009

Ramblers Blues

C'è bisogno di aguzzare la vista
Per capire quali sono gli amici
Bisognerebbe restare svegli
Per scoprire tutti i nemici
Ci vorrebbe un paio di scarpe nuove
Per partire, per scappare lontano
E poi seguire una traccia sbagliata
Perdersi meglio e non tornare più indietro
Non c'è bisogno di una foto ingiallita
Per vedere quanto siamo cambiati
Non c'è bisogno...no!
Bisognerebbe fermarsi in tempo
Non aver fretta ma rallentare
Bisognerebbe solo ascoltare
o ancora meglio, cambiare canale
C'è bisogno di stare attenti
Nell'osservare la nostra storia
Guardarsi indietro e poi capire
Che c'è bisogno di più memoria
Si, c'è bisogno!
Ci vorrebbe una muta di corde nuove
Per suonare sempre scordati
C'è bisogno di nuove canzoni
Con parole per sognare più forte
Bisognerebbe fare sogni grandiosi
Oltre la noia e le nevrosi
Avere cura, avere pazienza
Di tutta quanta l'intelligenza...
Si, c'è bisogno!
C'è bisogno!
Si, c'è bisogno!

martedì 7 luglio 2009

Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell'enormità?

"Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu, ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verita', che non finiscono mai e quella tastiera è infinita... Se quella tastiera è infinita, allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. Tu sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio. Cristo, ma le vedevi le strade? Anche solo le strade. Ce n'è a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una, a scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire. Tutto quel mondo, quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n'è. Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell'enormita', solo a pensarla?"

Novecento-Alessandro Baricco

lunedì 6 luglio 2009

Voglio volere

Ho deciso cosa voglio fare da grande. Oggi, lunedì 6 luglio 2009, ho deciso che voglio fare una cosa qualsiasi che mi permetta di entrare alla Feltrinelli ed uscire con tutto quello che mi incuriosisce.

In realtà l'alternativa, come dico da un po', sarebbe quella di comprarsi un posto, arredarlo per bene, riempirlo di libri, dvd, cd e tutto quello che occorre, e magari ricavarci pure un angolo caffè.
Così eviterei di rischiare di fare qualcosa che non mi piace per potermi permettere di comprare tutto quello che mi pare, e magari ci guadagnerei pure qualcosa.
Sarebbe perfetto.

Bene. Tutto è definito. Chi mi finanzia?

sabato 4 luglio 2009

Rimodernandomi

Adesso che questo blog è stato rimesso graficamente in sesto dalla mia ADDORATA sorella (vedi Matrimonio a quattro mani), e che ogni post ha ricevuto la sua etichetta (come d'altra parte ognuno di noi), posso ritenermi soddisfatta e continuare la mia raccolta di pensieri con ordine e disciplina.

Viva!

giovedì 2 luglio 2009

Odio l'America

Odio l'America.
Odio l'America di Detroit, con le case di legno come quelle dei tre porcellini, sopra a tre gradini, con la sedia a dondolo in veranda e la doppia porta di vetro.
Odio l'America delle zone residenziali con i marciapiedi larghi di cemento e gli isolati perfettamente rettangolari.
Odio l'America del lotto vuoto che sembra manchi un pezzo del puzzle.
Odio l'America delle 15000 persone ad una funzione religiosa spettacolarizzata, con la gente che chiude gli occhi e alza i pugni al cielo.
Odio l'America delle macchine grosse.
Odio l'America degli avvocati divorzisti, degli psicanalisti e dei predicatori.
Odio l'America del "che lavoro fai?" prima del "come ti chiami?".
Odio l'America de "le uniche cose certe sono la morte e le tasse".
Odio l'America delle mogli con il cognome dei mariti.
Odio l'America delle fabbriche trasformate in loft.
Odio l'America dei diner che ammazzano lo stomaco.
Odio l'America dei bambini obesi.
Odio l'America che "non serve scendere dall'auto neanche per fare bancomat".
Odio l'America degli anni '50 dove si poteva fare fortuna dal niente, e odio l'America del 2009 dove la gente vende casa ad un dollaro.
Odio l'America della statua della libertà.
Odio l'America di tutti e di nessuno.
Odio l'America, ci penso, e rivaluto l'Italia.
L'Italia mafiosa, fascista e corrotta.
L'Italia ignorante.
L'Italia bigotta e immorale.
L'Italia sporca, borghese e populista.
Quell'Italia del "Viva il re!"
Quell'Italia drogata da 30 anni almeno, sempre più simile ad un eroinamane costretto a fare marchette per sopravvivere.
Quell'Italia, che se fosse sana, sarebbe meglio.
Forse non meglio dell'America..ma scegliere tra queste due sarebbe come scegliere tra una bella ragazza trascurata e una brutta ragazza truccata.
E' difficile scegliere tra la menzogna mascherante e la malattia deformante.